sabato 8 settembre 2007

ROSSO DRAMMA

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Ben trovati, cari amici; ben trovati.

Archiviati ormai fra i ricordi, i colori di un’altra bruciante estate, siamo qui, tornati in uniforme,
tornati fra il cemento, per regalarvi - con il patrocinio del Comune di Melzo - una nuova
rassegna cinematografica con decorrenza settimanale ( così come era già stato in primavera per la nostra precedente rassegna: “Una certa tendenza del cinema Italiano”).

Con l’approssimarsi della stagione autunnale, tornano quindi a far capolino c/o il Palazzo Trivulzio le proiezioni serali del circolo cinematografico Q Cinema. Forti della precedente esperienza maturata, con l’ausilio di qualche nuovo accorgimento in più, e dei preziosi consigli giuntici dai nostri affiliati, siamo quindi lieti di sottoporre alla vostra attenzione una nuova mirabolante saga del cinema mondiale: ROSSO DRAMMA.

Apparteniamo a una comunità mediatica in cui anche i più intimi dettagli dei più terribili delitti sono descritti minuziosamente e i loro protagonisti sono posti costantemente al centro dell’attenzione, “rappresentati” in sterili e rassicuranti pacchetti televisivi e ripetutamente strumentalizzati e sfruttati per incrementare vendite e profitti di qualsiasi bene o servizio pubblicizzabile.

QCinema ha voluto dedicare una rassegna cinematografica (ROSSO DRAMMA) alla rappresentazione che della violenza ha dato un altro medium di massa (il primo), e la più democratica tra le forme d’arte: il cinema.

La nostra proposta è una rassegna di cinque film di cinque registi di cinque di diverse nazionalità (tiè!),che coprono un sessantennio di storia e di storia del cinema, ognuno appartenente a un decennio differente e che propongono cinque eterogenee chiavi di lettura dell’elemento violenza in essi rappresentato (più il bonus film, l’immancabile “Arancia Meccanica”).

Di seguito la programmazione:

  • Mercoledì 19 settembre 2007 h. 21.15

“Arancia Meccanica” di Stanley Kubrick

  • Mercoledì 26 settembre 2007 h. 21.15

- "Mr Vendetta" di Park Chan-wook - Corea 2002

  • Mercoledì 3 ottobre 2007 h. 21.15

- "L’odio" di Mathieu Kassovitz- Francia 1995

  • Mercoledì 21 novembre 2007 h. 21.15

"Violent Cop" di Takeshi Kitano - Giappone 1989

  • Mercoledì 28 novembre 2007 h. 21.15

"Cani arrabbiati" di Mario Bava - Italia 1974

  • Mercoledì 5 dicembre 2007 h. 21.15
"I figli della violenza" di Luis Bunuel - Messico 1950

q_cinema@yahoo.it
myspace.com/q_cinema


I FIGLI DELLA VIOLENZA

di Luis Bunuel - Messico 1950
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MERCOLEDI' 5 DICEMBRE h 21.15 - PALAZZO TRIVULZIO - MELZO
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Vita misera, imprese criminali e morte di alcuni ragazzi in un quartiere povero di Città del Messico. 3° film messicano di L. Buñuel e quello che, presentato e premiato a Cannes nel 1951, rilanciò la sua fama in Europa. Fu definito dal suo autore " film di lotta sociale”.
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A questo crudele e malinconico “poema d'amore sulla mancanza d'amore” (Mino Argentieri) il francese Jacques Prévert dedicò questi versi: “Los olvidados/ragazzi affettuosi e male amati/assassini adolescenti/assassinati...” “... un'opera precisa come un meccanismo, allucinante come un sogno, implacabile come la marcia silenziosa della lava” (Octavio Paz). Fotografia di G. Figueroa.
(il Morandini)

guarda una scena del film:

ARANCIA MECCANICA

MERCOLEDI' 19 SETTEMBRE h 21.15 - PALAZZO TRIVULZIO - MELZO
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Dal romanzo (1962) A Clockwork Orange di Anthony Burgess: in una Inghilterra di un non molto lontano futuro Alex e i suoi Drughi si dedicano di notte allo sport dell'ultraviolenza, arrestato per omicidio e stupro, Alex è sottoposto a un lavaggio del cervello che lo rende inoffensivo, ma quando esce si trova in un mondo più violento di quel che era ai suoi tempi.
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Dei 3 film di Kubrick che si possono considerare fantascientifici è il più violento e quello in cui parla più del presente, appena caricato di connotazioni future. Come gli altri due, è una favola filosofica che illustra con geniale lucidità il suo discorso sulla violenza e sul rapporto tra istinto e società anche se nemmeno lui, pur nel suo palese sforzo di stilizzazione grottesca, si è sottratto ai rischi che si corrono al cinema nell'illustrazione della violenza. Geniale l'uso della sinfonia rossiniana della Gazza ladra (1817), arrangiata da Walter Carlos e Tachel Elkind. La voce di Alex (M. McDowell) è di Adalberto Maria Merli.

guarda una scena del film:.

MR. VENDETTA

di Park Chan-wook - Corea 2002
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MERCOLEDI' 26 SETTEMBRE h 21.15 - PALAZZO TRIVULZIO - MELZO
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Presentano il film Mauro Resmini e Matteo Tarantino.
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Probabilmente è vero ciò che si dice riguardo all’attuale assuefazione alla violenza. Che sia verbale, fisica o psicologica, la sua percezione oggi è caratterizzata da un livello di tolleranza molto maggiore anche solo rispetto a dieci anni fa.
Un film come Boksuneun naui geot (Sympathy for Mr. Vengeance), del 2002 ti fa riscoprire, distogliendo lo sguardo dalle cruente vicende che rappresenta, quella dimensione morale che ogni rappresentazione della violenza dovrebbe sottintendere. Non siamo dalle parti dell’indagine imparziale che se ne lava le mani: invece, il secondo film di Park (primo della cosiddetta "trilogia della vendetta", portata avanti con il Old Boy e conclusa da Lady Vendetta si sporca intrufolandosi fin nelle profondità delle psicologie e dei gesti dei suoi personaggi.
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Ryu è uno squattrinato operaio sordomuto che per cercare di salvare la sorella si fa asportare un rene da alcuni spregevoli trafficanti d’organi. Il suo organo è incompatibile con quello malfunzionante della ragazza, ma i trafficanti gli hanno promesso di trovargliene uno buono in cambio del suo e di una montagna di soldi. Ryu si fida, ma i figuri lo tagliuzzano, portandosi via il suo rene e i suoi soldi e scomparendo dalla circolazione. All’operaio non resta molta scelta per salvare la sorella, e decide di rapire la figlioletta del suo ex capo, Park, per tentare poi il trapianto regolare. Ma quando la bambina muore per un incidente, si innesca una catena di violenza inaudita.
(cinemavvenire.it)

guarda una scena:


L'ODIO

di Mathieu Kassovitz- Francia 1995
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Presenta il film Marco Cruccu.

MERCOLEDI' 3 OTTOBRE h 21.15 - PALAZZO TRIVULZIO - MELZO

In un quartiere periferico parigino (i francesi li chiamano le cité), scoppia il vento della rivolta dopo il pestaggio del sedicenne Abel da parte della polizia. I giovani della banlieu scendono in strada e si battono tutta la notte con gli agenti. Tra loro ci sono tre amici: l'ebreo Vinz, il maghrebino Said e il nero Hubert, un trio di sfigati, disoccupati, arrabbiati e senza futuro.
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La giornata balorda dei tre giovani disperati ha inizio quando Vinz, che ha trovato una pistola d'ordinanza persa da uno sbirro durante gli scontri, decide di usarla. Diretto da Matthieu Kassovitz, un venticinquenne di talento, in un bianco e nero splendido, e parlato con un dialetto non facile da tradurre, L'odio è un film durissimo che ha totalizzato milioni di spettatori in Francia, ottenendo anche il premio per la miglior regia a Cannes nel 1994.

guarda il trailer:

VIOLENT COP

di Takeshi Kitano - Giappone 1989
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MERCOLEDI' 21 NOVEMBRE h 21.15 - PALAZZO TRIVULZIO - MELZO
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Giappone. Tokyo. Una banda di giovani balordi aggredisce un vecchio barbone. Il commissario Azuma, che ha assistito a quanto accaduto, si presenta a casa di uno degli aggressori e dopo averlo picchiato lo costringe a presentarsi il giorno dopo in questura. È la prima sequenza, quella che descrive il personaggio del commissario: ligio alla morale della polizia, duro, senza mezzi termini, il commissario Azuma incarna perfettamente il rispetto del codice. Uno squilibrato killer al soldo di un ricco trafficante di droga della città, incomincia però a mietere vittime. Le indagini della questura portano a mettere in luce particolari collegamenti tra la squadra della narcotici ed il gruppo criminale. Con l’intensificarsi delle indagini aumenta anche il numero delle vittime. Lo spietato killer decide allora di risolvere la questione personalmente, soprattutto dopo che il suo capo è stato accusato direttamente dal commissario Azuma. Il killer fa sequestrare la sorella di questo, donna sola e con problemi psicologici. Azuma, che intanto è stato cacciato dal dipartimento, decide di vendicarsi da solo. Prima uccide il capo della banda criminale ed infine lo stesso killer...
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.cinema ercadia melzo cinema arcadia
Particolarmente efficace il sovrabbondante uso del sangue. Sorprendente la primissima inquadratura, il mezzo busto del vecchio barbone che sembra uno stop motion, e che non è, ed il suo sorriso mancante. “Attenzione, quest’uomo è pericoloso” è il significato del titolo originale (Mereghetti – Dizionario dei film 2000).

guarda il trailer:

CANI ARRABBIATI

di Mario Bava - Italia 1974

MERCOLEDI' 28 NVEMBRE h 21.15 - PALAZZO TRIVULZIO - MELZO
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Claustrofobico incubo on-the-road, questo titolo segna una decisa virata verso il realismo da parte del più osannato tra i maestri dell'horror italiano: Mario Bava. Poco nota in patria perchè edita due decenni dopo la realizzazione, l'opera si presenta come un concentrato di cruda violenza, colpi di scena e feroce bastardaggine: cocktail votato all'intrattenimento in grado di fare cassa all'epoca quanto di ispirare i massimi esponenti del prolifico filone/carrozzone del pulp moderno. Inutile quanto imbarazzante sottolineare le assonanze tra "Rabid Dogs" (questo il titolo inglese) e "Reservoir Dogs" (Le Iene) di Tarantino, che si può considerare a ben donde un ispirato ed ironico remake del film di Bava.
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Quattro delinquenti rapinano una banca ma qualcosa va storto, la polizia interviene e uno di loro viene ucciso. I tre rimasti riescono in qualche modo a fuggire in auto con il bottino ed a prendere in ostaggio un uomo, un bambino ed una donna. I membri della banda si chiamano tra loro con dei soprannomi: "il dottore" è il cervello del gruppo mentre "bisturi", esperto di lame, e "32", concorrente diretto del mitico John Holmes in quanto a centimetraggio, sono sgherri da bassa macelleria.
Rabid Dogs è duro da digerire, volgare al limite del sopportabile, sporco e sudato come i protagonisti, cani rabbiosi e famelici. Il titolo, affondando le mani nell'improponibile, offre un intrattenimento malsano ma efficace, scandito da ritmi e sequenze care al cinema di Bava, che non si smentisce nell'esprimersi senza inibizioni di sorta. Sprezzante, disturbante, a tratti insostenibile ritratto dei baratri più profondi della basezza umana, ma anche capolavoro del thrilling di genere.
(mymovies.it)

guarda il trailer:

prezzi

Biglietto: 3,5 euro
Abbonamento a sei proiezioni: 18 euro.

QCinema è un circolo senza fini di lucro, è perciò necessario, per poter assistere alle proiezioni, essere tesserati; il costo della tessera (valida per tutto l'anno corrente) è di 1,5 euro e viene rilasciata al momento dell'acquisto dei biglietti.

dove siamo

Tutte le proiezione iniziano alle h 21.00

PALAZZO TRIVULZIO
VIA DANTE, 2
MELZO (MI)
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giovedì 31 maggio 2007

FAR EAST FILM FESTIVAL 9

QCinema ha fatto un giro al FEFF9.. e ha documentato!

Un personale e anche un po' autoreferenziale Diario di viaggio.. vabbè, vedete se vi piace.

Ecco il link:
FEFF9

UDINE FAR EAST FILM 9 - diario di bordo - 3

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E ricordate (ma chi ci legge?!?) gli altri nostri video postati su YOU TUBE.

evviva!

martedì 17 aprile 2007

VIALE DEL TRAMONTO



guarda la scena finale

Titolo originale: Sunset Boulevard
Regia: Billy Wilder
Anno: 1950
Nazione: Stati Uniti d'America
Durata: 110'
Interpreti: Gloria Swanson, Erich von Stroheim, William Holden, Nancy Olson, Buster Keaton,
Cecil B. De Mille


Un giovane e disoccupato sceneggiatore di Hollywood va a vivere con una ricca e anziana attrice, già star del cinema muto, prigioniera delirante del suo passato, facendosi da lei mantenere. Il più caustico e sardonico film nero sul mondo di Hollywood. Melodramma amarissimo con risvolti da horror e sottofondi da commedia. Alcune memorabili scene tra cui la partita a carte con B. Keaton. Sapiente regia: una pietra miliare nell'itinerario di Wilder. Splendide interpretazioni. Su 9 nomination agli Oscar vinse quelli per la sceneggiatura e le musiche


martedì 10 aprile 2007

venerdì 6 aprile 2007

Cinema italiano: dizionario dei luoghi comuni

Americano (cinema). Ha gli effetti speciali ma non ha anima. Uccide il cinema europeo d’autore.

Atmosfere. È un film di atmosfere, colori, sapori, odori...

Attori. Ci sono gli attori, mancano le storie.

Attrici. Quelle brave emigrano in Francia.

Attore/ attrice. Non mi sento un attore. Non mi sento un’attrice.

Autore. È un autore. Film d’autore. C’è tutto il suo cinema.

Bello. “Tutto è bello” (La meglio gioventù)

Carino. Carino ma niente di più.

Cinema italiano. La crisi del cinema italiano. Il giovane cinema italiano.

Cinquantenni. La crisi dei cinquantenni (cfr. trentenni)

Comici. Con i loro film si possono finanziare gli autori.

Commedia all’italiana. La critica l’ha sottovalutata.

Critici. Sono sempre in ritardo.

Divi. Mancano i divi.Manca lo star system.

Documentario. Non lo finanzia nessuno. In Italia manca la cultura del documentario, non come in Francia...

Esordi. Un esordio promettente. Un esordio sincero.

Fellini. Era un poeta, parlava a tutto il mondo.

Film italiano. Non sembra un film italiano.

Intelligente. Però Moretti è intelligente.

Lavoro. C’è stato prima un gran lavoro con gli attori.

Medio (cinema). Finalmente c’è il cinema medio.

Noir. Perché nessuno fa un bel noir all’italiana?

Osare. E’ un film che osa, a rischio di...

Pasolini. Se fosse vivo Pasolini.

Produttori. Una volta rischiavano di tasca loro.

Pubblico. Non bisogna dimenticare il pubblico. Il pubblico italiano vuole questo.

Quarantenni. La crisi dei quarantenni (cfr. cinquantenni)

Registi. Perché si ostinano a scrivere i loro film?

Rughe. Sai, si è fatta evidenziare le rughe.

Rigoroso. E’ un film rigoroso.

Sceneggiatori. Una volta prendevano l’autobus.

Televisione. Ha ucciso il cinema.

Televisivo.E’ un film televisivo.

Tempo (storico). E’ un film che andava fatto in questo particolare momento storico.

Trentenni. La crisi dei trentenni (cfr. quarantenni)

Variety. La Bibbia dello show- biz.

Vita. Un cinema che racconta la vita. Le cose della vita. La vita è bella.

Tratto da: cinemi.it - critica online

giovedì 25 gennaio 2007

UNA CERTA TENDENZA DEL CINEMA ITALIANO

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"Funamboliche vicende di un'Italia multicolore; dal nero della cronaca, al giallo del poliziesco, passando per delitti passionali e scandali istituzionali. Forte nelle tinte, ma carica di sfumature, la variegata penisola cinematografica degl’ anni ’60/’70 ha saputo trovare, in se stessa e nei suoi eroi, forza e debolezze, passione e raziocinio, cercando sempre altrove e centrando sempre il bersaglio."
E. Lanzi

lunedì 15 gennaio 2007

ALLEGRO NON TROPPO

Giovedì 22 Febbraio '07 h.21 - Palazzo Trivulzio - via Dante,2 Melzo (MI)
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Titolo Originale: ALLEGRO NON TROPPO
Regia: Bruno Bozzetto
Durata: h 1.25

Nazionalità: Italia 1976
Premi: David di Donatello 1978, Premio speciale a Bruno Bozzetto
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"Allegro non troppo è l'unico film a episodi del regista, anche se questo non significa episodicità: se da un lato infatti può essere letto come la raccolta di sei cortometraggi tra loro, forse di proposito, abbastanza diseguali nelle scelte contenutistiche e nei risultati formali, dall'altro Allegro non troppo gioca su questa diversità per farsi valere come testo omogeneo, progetto forte, unitario, integrato, in cui la narrazione compatta sul piano sia della concettualità sia dell'intreccio le singole storie. Strutturato con degli inserti in bianco e nero di immagini dal vero, ambientate in un teatro e con attori in carne e ossa a introdurre le singole storie animate, il film mira, come la gran parte del corpus bozzettiano a smitizzare alcuni grandi temi dell'universo contemporaneo."
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"Ma se West and soda e Vip prendevano di mira i difetti della modernità e le contraddizioni della società attraverso la parodia dei generi cinematografici allora di moda, rispettivamente il Far West e il giallo d'azione, o ancor meglio il western spaghetti e il filone James Bond, Allegro non troppo, più che a un genere, a un personaggio o a un autore, guarda addirittura a un singolo film: il bersaglio della satira tocca stavolta al solo Fantasia (1940) di Walt Disney, dietro e davanti al quale Bozzetto può condurre postmodernamente uno spietato gioco di accuse, sottintesi, invettive, citazionismi, prese di posizione. In particolare, oltre al consueto rifiuto del manicheismo, del buonismo, del moralismo e del sentimentalismo presenti nei lungometraggi disneiani da Biancaneve in poi, Allegro non troppo sembra comunicare allo spettatore che in fondo Fantasia era solo una serie di sketch eterocliti, molto poco amalgamati e tenuti assieme dal tenue filo della figura reale di Leopold Stokowsky, un vero direttore orchestrale, il quale si limita retoricamente a presentare i brani musicali."


Del resto, lo stesso Bozzetto, che ha più volte ribadito di considerare Allegro non troppo il suo film migliore, ha affermato:

"Ho visto dodici volte Fantasia. Disney ha dato una illustrazione essenzialmente grafica della musica, mentre io ho cercato di raccontare delle storie. (…) È molto più difficile realizzare una storia seguendo la musica che non abbandonarsi alla fantasia grafica"

INDAGINE SU UN CITTADINO AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO

Giovedì 1 Marzo '07 h.21 - Palazzo Trivulzio - via Dante,2 Melzo (MI)
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Titolo Originale: INDAGINE SU UN CITTADINO AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO
Regia: Elio Petri

Interpreti: Gian Maria Volontè, Florinda Bolkan, Salvo Randone
Durata: h 1.52
Nazionalità: Italia 1970

Premi:
Oscar 1971 - Miglior Film straniero
Cannes 1970 - Premio speciale della giuria
David di Donatello 1970 - Miglior attore protagonista Gian Maria Volontè
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“Il film nasceva da un’idea che io e Pirro ci siamo più volte passati, l’idea della sfida che un assassino faceva alla giustizia. Il personaggio devenne poi, un poliziotto.
E’ l’aver rovesciato un tabù, l’aver, cioè, preso un poliziotto come emblema di criminosità, che ha fatto di Indagine un film politico. Perché invece il suo lato più interessante riguarda la descrizione di un meccanismo interiore, che tutti portiamo dentro, quelli che il potere lo esercitano, e anche i sudditi. Ognuno ha la sua fetta di potere e tende ad esercitarla in modo autoritario, poiché dentro di noi è disegnata una società repressiva che domanda continuamente una presenza paterna, facendo di tutti noi dei bambini (…)"
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"(…) Io credo che se Indagine ottiene ancora consensi è perché in esso c’è qualcosa che riguarda la nostra interiorità; in noi stessi quel personaggio è duro a morire. Posso spiegarmi il ripetuto successo televisivo del film solo così; altrimenti, se uno pensa alla difficile vita attuale dei poliziotti, e anche il logoramento cui è stata sottoposta la figura del poliziotto a partire da quell’epoca, il film dovrebbe sembrare antidiluviano. Poi, forse, nel film c’è un’aria storica. In quel periodo i film si facevano sull’onda di grandi movimenti di massa, non erano solitari, come oggi. Forse, nel film, c’è il clima duro di quegli anni di speranza.”

Elio Petri

Guarda uno spezzone del film:
indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto_promo

CRONACA DI UN AMORE

Giovedì 8 Marzo '07 h. 21 - Palazzo Trivulzio - via Dante,2 Melzo (MI)
.cinema arcadia melzo

cinema arcadia melzo
Titolo Originale: CRONACA DI UN AMORE
Regia: Michelangelo Antonioni
Interpreti: Massimo Girotti , Lucia Bose', Gino Rossi, Marika Rovsky, Ferdinando Sarmi, Franco Fabrizi
Durata: h 1.50 Nazionalità: Italia 1950
Premi:
Nastro d'argento 1951, Premio speciale a M. Antonioni e miglior Musica a G. Fusco
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cinema arcadia melzo

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"Il ricco marito di una signora milanese nutre sospetti su di lei e indaga.
Torbidi risvolti emergono dal passato sulla relazione che lei ha avuto con un compagno di studi, ora disoccupato.
I due si reincontrano. La fatalità li spinge verso il delitto ma non ce n’è bisogno. Eppure il rimorso li perseguita."
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"Sembra un giallo, ma il tema principale è l’impossibilità di capirsi e comunicare tra le persone, l’incomunicabilità che frantuma i sentimenti e distrugge la storia d’amore fra i protagonisti. Solitudine alla quale fa da contrasto il lusso dell’alta borghesia che accentua il dramma psicologico ed è lo sfondo del conflitto morale.
Un’ intensa riflessione sulla condizione umana immersa in un racconto serrato e coinvolgente ed espresso con immagini di struggente poesia. Un film che si distacca dal clima del neorealismo e si lancia nella innovazioni tecniche alla ricerca di un nuovo linguaggio adatto ai nuovi temi."
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guarda uno spezzone del film:
Cronaca di un amore_promo

MILANO CALIBRO9

Giovedì 15 Marzo '07 h.21 - Palazzo Trivulzio - via Dante,2 Melzo (MI)
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Titolo Originale: MILANO CALIBRO 9
Regia: Fernando Di Leo
Interpreti: Philippe Leroy, Lionel Stander, Frank Wolff, Mario Adorf, Barbara Bouchet, Gastone Moschin
Durata: h 1.41
Nazionalità: Italia 1972

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"Regolamento di conti all'interno di una banda di criminali italo-americani che agisce a Milano, imperniato su Ugo Piazza (G. Moschin) che, fatti tre anni di carcere, è sospettato dai suoi compari di avere intascato 300000 dollari in contanti.
Tratto dal romanzo postumo Stazione Centrale ammazzare subito di Giorgio Scerbanenco (1911-69), sceneggiato da F. Di Leo, è un film d'azione violenta con risvolti di critica e denuncia sociale e almeno una battuta fatidica ("Se si va avanti così, vedrai che dovranno creare l'antimafia anche a Milano"). Bella compagnia di attori tra cui spiccano G. Moschin, duro dall'ambigua aria di innocente, e F. Wolff nella parte di un commissario "vecchio stile".

M. Morandini
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"(...)E come sempre accade nei grandi film di genere, la descrizione di un microcosmo, di un ambiente preciso non fa che essere la cifra, la chiave di lettura di un’intera società. In Milano calibro 9 c’è tutto: c’è chi con stoicismo difende strenuamente il proprio onore fino all’ultimo (il personaggio di Chino/Leroy su tutti), c’è chi comanda fondando la propria rispettabilità sulla violenza e la minaccia (l’americano/Stander), ci sono le vittime, c’è il cinico calcolatore (Ugo Piazza/Gastone Moschin), l’istinto brutale (splendido Rocco/Mario Adorf), c’è chi tradisce e chi è fedele, chi predica e chi agisce. E l’occhio di di Leo è di un pessimismo senza appello: tutti sono condannati in un modo o nell’altro a perdere. (...)
(...) E la forza di di Leo sta proprio in questo, nel riuscire a dare credibilità e spessore ai suoi protagonisti senza ricorrere a sofismi psicologici, semplicemente scrutandone i volti e i movimenti, registrandone i silenzi e gli scatti incontrollati, facendoli emergere dalla banalità grottesca dei personaggi di contorno.
Ma aldilà dell’interpretazione di uno stuolo di attori grandi pur senza essere primedonne (tanto di cappello a Gastone Moschin, sguardo di ghiaccio e volto vissuto), un personaggio si impone su tutti: Milano. Un noir senza una grande città non ha quasi ragion d’essere, e qui come non mai di Leo riesce “a far vivere” Milano, riesce a coglierne, dai Navigli alle periferie, dal Pirellone alla stazione centrale, l’atmosfera plumbea, il grigiore sporco, quasi una cappa di fatalità e dolore che pesa su tutto... Del resto, i titoli dei film a volte parlano chiaro."
A. Spiniello

guarda uno spezzone del film:
Milano Calibro9_promo

CADAVERI ECCELLENTI

Giovedì 22 Marzo '07 h. 21 - Palazzo Trivulzio - via Dante,2 Melzo (MI)
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Titolo Originale: CADAVERI ECCELLENTI
Regia: Francesco Rosi
Interpreti: Lino Ventura
, Paolo Bonacelli, Anna Proclemer
Durata: h 2.07
Nazionalità: Italia 1976
Premi:

David di Donatello 1976: Miglior regia a F. Rosi, Miglior Produzione a A. Grimaldi.
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D:"Nel romanzo ["Il contesto" di L. Sciascia] c’è una visione più pessimistica nel finale mentre nel film c’è una reazione della base comunista…"
F.R."Mi serviva per rendere chiaro quello che era alla base del libro di Sciascia e del mio film, ovvero il concetto che l’opposizione doveva fare l’opposizione e il governo doveva governare, mentre invece c’erano elementi di compromesso ai vertici del potere. La frase: “La verità non è sempre rivoluzionaria”, esprime il tentativo ai vertici del potere di mantenere l’egemonia senza far conoscere la verità alle masse per evitare una degenerazione destabilizzante l’ordine costituito.".
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"Penso che dalla maggioranza, se non da tutti i miei film, sia chiaro che quello che cerco di portare avanti è un discorso sul potere, sia all’interno del potere illegale mafioso, sia nel rapporto di complicità che lega il potere legale al potere illegale.(...)"
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F.Rosi

Guarda uno spezzone del film:
Cadaveri eccellenti_promo1
Cadaveri eccellenti_promo2

I MOSTRI

Giovedì 29 Marzo '07 - Palazzo Trivulzio - via Dante,2 Melzo (MI)
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Regia: Dino Risi
Interpreti: Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman
Durata: h 1.27
Nazionalità: Italia 1963
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"Galleria di “mostri” pescati nella realtà quotidiana: dal padre che educa il figlioletto a fregare il prossimo all'avvocato cialtrone, dalla patronessa di premi letterari che mira solo a concupire i giovani letterati al pugile suonato... 20 brevi e brevissimi episodi nei quali si alternano V. Gassman e U. Tognazzi per satireggiare i miti e le contraddizioni degli anni '60. La commedia italiana in pillole, con ferocia “all'insegna della critica più sferzante, della satira più graffiante, senza un filo di forzatura o di compiacimento o di indulgenza o di complicità”
P. D'Agostini
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"(...)Sono molti, questi “mostri” di Dino Risi, sono una vena e propria galleria di tipi d’ogni giorno, non analizzati però nel corso di una vicenda vera e propria, ma isolati al centro di episodi brevi o addirittura brevissimi e costretti, a volte, entro i “limiti” della battuta e della barzelletta. Non tutti sono convincenti, non tutti sono costruiti con buon gusto; parecchi, anzi, svelano note stridenti, o troppo risapute e prevedibili, o troppo esasperate e fastidiose (in un clima di amara ed aspra polemica che suggerisce a stento la risata e l’allegria); alcuni, però, si fanno lietamente apprezzare per il sapore con cui ci evocano ambienti e cornici tipiche del mondo di oggi e personaggi facilmente reperibili fra le pieghe della realtà di tutti i giorni: l’attore, ad esempio, fatuo e borioso, insincero e sleale, il pugile “suonato” che si ostina a non lasciare il ring, il deputato ipocrita e sorridente capace di insabbiare uno scandalo senza darlo a vedere, il predicatore televisivo fedele alle dottrine del Padre Zappata, il marito due volte adultero, l’organizzatrice di premi letterari, ecc. ecc. La parodia, qui, è ghiotta e saporita..."
G.L. Rondi
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guarda uno spezzone del film:
i mostri_promo

venerdì 12 gennaio 2007